Monaco di Baviera. A Toging am Inn, mostra di pittura di Mirio Citron. Un importante successo di critica e di pubblico dell’artista padovano

Tra mito e fiaba, tra luce e ombra – 2007-2023

Mostra a Töging am Inn (Baviera) del pittore Mirio Citron

A Monaco di Baviera si parla ancora dell’esposizione di opere pittoriche dell’artista Mirio Citron che si è tenuta nella sede del Comune di Töging am Inn nei pressi di Monaco. L’artista nato a Padova nel 1954 ha frequentato il Liceo Artistico a Padova e successivamente si è diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. L’esposizione tenutasi in Baviera dal 15 maggio al 31 luglio 2024 ha ottenuto apprezzamento del pubblico e della critica.

Le opere che sono state esposte coprono un arco temporale che va dal 2007 al 2023, si tratta di una selezione di oli su tela e su tavola. Una parte dei quadri esposti affronta tematiche inerenti ad argomenti di attualità come le migrazioni, la guerra, il tempo e la storia. Il pittore affronta tali argomenti con riferimenti al passato, alla letteratura, facendo ricorso a personaggi, animali, oggetti.

In un secondo gruppo di opere denominate “Capricci” gli animali compaiono con l’intento di evidenziare in forma simbolica e irriverente vizi e virtù umane, l’autore usa l’immagine di uccelli, anatre, gatti tra burlesco ed ironico.

Baruffe in cortile 2021 olio su tela 70×80

Osservando le opere pittoriche di Citron possiamo capire il suo carattere, soprattutto per gli accostamenti cromatici si può definire un artista pieno di vitalità, che ama la vita e il suo continuo divenire. Pur affrontando tematiche inerenti al presente: la guerra, la sofferenza, la follia, riesce a far intravedere un’aura di speranza e di riscatto. Positiva la “catarsi” che avviene nelle sue opere ottenuta attraverso il riaffiorare di immagini del subconscio. Più di cinquanta anni di esperienza nel campo del disegno, della pittura e dell’incisione hanno arricchito il substrato su cui poggia la sua creatività.

Lo studio dei classici della statuaria greca e romana, l’insegnamento appassionato presso il Liceo Artistico “Modigliani” di Padova dove diceva agli allievi “Insegno un sogno” ci chiarisce anche il suo porsi nel panorama dell’arte contemporanea come in una “mise in abyme” di quelle esperienze pittoriche del ‘900 che affondano le loro radici nelle cultura mitteleuropea: i dadaismo (scrittura automatica), il Surrealismo. Non a casa le opere di Citron iniziano con un bozzetto a china, spesso un semplice scarabocchio tracciato con la mano sinistra, successivamente interviene ad evidenziare con tratto libero e veloce personaggi, animali, oggetti. Questi bozzetti, raccolti in più di 150 album, sono il punto di partenza per realizzare opere ad olio o grafiche. Il passaggio successivo sono grandi disegni a carbone, a guache, a tempera, su carta.

(Il Traghettatore 20-22 Carbone, guache su carta su tavola 150×150)

Collegamenti al mito, alla fiaba, alla letteratura intervengono nel corso della realizzazione ad olio. Figurazione e scrittura si intersecano creando molteplici livelli di lettura

Un esempio è Il “Traghettatore” opera collocata presso il Rathaus di Töging am Inn, che nelle due edizioni: a carbone e guache ed a olio su tela mette in atto una trasformazione. La figura dell’uomo-lupo in primo piano completa la sua metamorfosi nel dipinto ad olio in cui appare un leone.

Il Traghettatore assume molteplici significati – L’idea prende spunto da una terzina della Divina Commedia di Dante Alighieri – si tratta del momento in cui Caronte accoglie le anime dei dannati all’inferno, infatti nel disegno a carbone sono scritte le parole “guai a voi anime prave non isperate mai veder lo cielo…”. Nel lavoro di Citron il personaggio del traghettatore a capo coperto sembra arrancare con fatica in un fiume, o meglio, una palude colma di immagini e riferimenti. Così Il Traghettatore diviene emblema del migrare di intere popolazioni da un continente ad un altro,ma anche del passaggio da un secolo al successivo infatti egli spinge la chiatta su un mare di detriti che rappresentano lo stato attuale della natura e dell’uomo. Solo il leone è di vedetta pronto a vigilare sul divenire e può essere interpretato come una possibile via d’uscita.

Il Traghettatore 2020 olio su tela 120×130 Rathaus Töging am Inn

Anche “La barca dei folli” olio su tela del 2016, pur nel suo carattere giocoso è un riferimento velato alla situazione attuale. L’opera realizzata in una prima stesura a carboncino e seppia fa riferimento al poemetto satirico di Sebastian Brant “Della fine degli imperi”(1498). La satira arguta dell’autore è rielaborata in chiave moderna e surreale.

La Barca dei Folli 2016 olio su tela 120×130

La tecnica ad olio su tela assume una cifra personale. Pur non rinnegando il passato di una tradizione italiana legata al figurativo diventa individuale nel segno e nella pennellata libera, cerca una via autonoma tra campiture piatte, segni graffianti, uso di colori a macchia, luci e ombre dissonanti. L’autore fa proprie le tecniche acquisite in anni di esperienza per rappresentare una propria visione del mondo ed esprimere allo stesso tempo il suo sentire interiore.

Mirio Citron passa dal bianco e nero dei grandi disegni a carbone, alla tecnica ad olio su tela e tavola per ritornare al monocromo nelle incisioni su zinco in cui riprende le tematiche e le rielabora con la tecnica della punta secca e dell’acquaforte.

L’albero sacro acquaforte acquatinta, del 2001.

Da alcuni anni il suo Atelier è in un luogo quasi dimenticato dell’Altopiano di Asiago, lontano dai rumori e dalla concitazione delle grandi città, in costante contatto con la natura, i suoi libri, le luci e le ombre del bosco che compaiono sempre più spesso nelle sue opere.

Annalisa Orsato

Tags: