Cultura e culture

Sicuramente non siamo tanti a ricordare il colonnello Edmondo Bernacca, il primo meteorologo televisivo, forse il primo, ma sicuramente il più noto ufficiale dell’Aeronautica militare a occuparsi di meteorologia. All’Uomo del Tempo, come fu chiamato il colonnello, qualcuno disse che in Basilicata viveva un contadino che sapeva fare le previsioni del tempo almeno come lui se non meglio. Bernacca senza esitazione contattò il contadino meteorologo e andò a incontrarlo in Lucania. Il basilisco guidò l’Uomo del Tempo sui sentieri, che erano i suoi punti di osservazione dei movimenti delle nuvole e spiegò all’alto ufficiale quali conoscenze tramandate in famiglia usasse per formulare le sue previsioni del tempo. Il colonnello lo ascoltò in religioso silenzio e si complimentò con il contadino affermando pubblicamente che lo considerava un “collega”, che usava tempi e metodi diversi per giungere quasi alle stesse previsioni. Da questo episodio possiamo trarre una morale della favola, Innanzitutto capiamo che le informazioni tramandate di generazione in generazione sono frutto di esperienze anche secolari, Pensiamo, per esempio, ai benedettini, che sono stati nei secoli grandi maestri di agricoltura e di governo delle acque. Il limite delle esperienze tramandate oralmente è che non sono eterne. L’innovazione, la tecnologia, la globalizzazione, le pandemie e i cambiamenti climatici ci costringono a battere nuovi sentieri culturali, essendo franati quelli precedenti. Ce ne stiamo accorgendo in questa caldissima estate, che promette di battere tutti i record, che sembravano irraggiungibili. Lo sanno bene gli agricoltori, che devono fare i conti con i capricci della politica planetaria e con quelli del tempo. Tutte le incertezze sul futuro saranno affrontate e risolte con successo solamente se chi è sul campo è in possesso di una formazione culturale adeguata alle esigenze del nuovo secolo. La cultura della pratica non basta più. Deve essere affiancata dalla cultura della grammatica. E’ questa l’affascinante scommessa che hanno davanti a sé le nuove generazioni, che devono essere adeguatamente aiutate per uscirne vincitrici. Ecco perché lo Stato, in tutte le sue articolazioni, a cominciare dai Comuni, deve creare le condizioni affinché la cultura del sapere e del fare siano patrimonio di tutti, come prevede la nostra Costituzione, che è ancora attuale anche se ha necessità di qualche ritocco nella sua seconda parte.

Dal castello di Sant’Agata.

Colonnello Edmondo Bernacca.

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