Vicenza. Collezione Ceramiche geometriche Apule a Bassano del Grappa, di Annalisa Orsato

(Annalisa Orsato*)

La ceramica geometrica della Daunia, documentata dal VII al V secolo a.C. ha le proprie officine nel nord della Puglia e in parte nel contiguo territorio Lucano.

Talvolta, visitando siti archeologici o musei, si scoprono legami sottesi tra territori distanti tra loro. Si tratta spesso di collegamenti che non appaiono subito evidenti. Nel corso dei miei viaggi ho visitato molti siti archeologici e in Puglia mi sono soffermata ad Egnazia, a Manduria e a Taranto dove tanti reperti archeologici sono pervenuti fino ad oggi integri nella loro bellezza. Lo scorso anno in occasione della mostra dedicata ad Antonio Canova presso i musei civici di Bassano del Grappa, aggirandomi tra le sale del piano inferiore ho scoperto una “nicchia del tempo”: la Collezione Chini. Si tratta di una collezione composta da 600 reperti ceramici pugliesi delle popolazioni dei Dauni, Peucezi e Messapi, che vissero nell’area tra la fine del VII e il II sec.a.C.  Felicemente incuriosita per la scoperta inaspettata, ho indagato per comprendere la provenienza della raccolta esposta. Dal 1979 la Collezione Chini è accolta negli spazi del Museo Civico Bassanese quasi integralmente. Virgilio Chini, ancora in vita, l’aveva destinata alla città natale. La sua professione di medico lo aveva portato per molto tempo in Puglia, terra tra le più generose testimoni dell’antichità. La  propensione, forse innata e senza limiti, per il collezionismo lo fece raccogliere presso di sé cose preziose e anche semplici testimonianze della vita dell’uomo nell’antichità. Virgilio Chini non si lasciò sfuggire l’occasione di acquisire nel 1909 la Collezione archeologica Cirillo come suggeritogli dal Direttore del Museo provinciale di Bari Michele Gervaso. L’indole di Chini e l’ambiente in cui svolse a lungo l’attività di medico, spiegano la ricchezza della collezione, quasi mille oggetti: ori, bronzi, monete antiche. Oggetti non solo belli e rari ma anche di uso comune.  La raccolta consiste di molti manufatti in ceramica: una sezione  raccoglie reperti di provenienza greca con figure  rosse su fondo nero, alcune interessanti per la modellazione zoomorfica mentre, un’altra sezione espone manufatti ceramici Apuli e Dauni. 

        Vaso zoomorfo di provenienza greca

Pur essendo molto belli i pezzi di provenienza greca, la mia attenzione è stata attratta in particolare dai reperti in ceramica geometrica apula che per linearità, modellazione e decoro trovo di una modernità sconcertante. La ceramica geometrica della Daunia, documentata dal VII al V secolo a.C. ha le proprie officine nel nord della Puglia e in parte nel contiguo territorio Lucano. I centri di produzione meglio documentati sono quelli di Ordona, Ascoli Satriano e Canosa. Altre officine sono riconoscibili a Melfi e a Ruvo, intermedie tra l’area Daunia e quella Lucana e Peuceta. 

Vaso Filtro a decorazione bicroma  VI se.a.C.

I Vasi Dauni venivano modellati a mano o a ruota lenta, con argille chiare lisciate e con decorazioni di motivi geometrici monocromi o bicromi (bruno e rosso).

  Askos III sec.a.C.                                                                        Vasi filtro VI sec. a.C.

Le forme piu frequenti sono l’Olla, il Vaso filtro, l’Askos, la brocca, l’oinichoe, l’attingitoio. Gli attingitoi recano spesso nella parte interna del fondo rappresentazioni schematiche di uccelli acquatici e di figure umane. Inoltre le brocche e gli attingitoi presentano un’ansa con terminazione insellata o appendici cornute.

Attigitoio con decorazione bicroma e appendici cornute.

                                            Subgeometrico daunio medio.

Questi riportati in foto sono solo alcuni esempi della collezione e purtroppo risulta difficile ricostruire i contesti originari in cui erano collocati, anche se le testimonianze dello stesso Chini hanno permesso un prudente tentativo di ricontestualizzazione. Come sottolineato dagli specialisti a cui ho fatto riferimento per questo articolo, purtroppo alcuni restauri e integrazioni fatte senza tener conto del rigore filologico ma, con il solo scopo di cercare il pezzo “bello”, disinteressato da ogni contesto  storico, permette una ricostruzione ipotetica e con molte riserve sui probabili centri di produzione. Come per ogni mecenate e collezionista, a Chini va il riconoscimento da parte di studiosi e appassionati d’arte per aver portato nel XXI secolo la memoria di una passato fatto di artigianato, di amore e ricercatezza delle forme.

  *Annalisa Orsato è laureata in Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Padova

Ringraziamenti per le foto al Museo Civico di Bassano e al Comune di Bassano del Grappa.

Bibliografia: Ceramica geometrica Apula nella Collezione Chini del Museo Civico di Bassano del Grappa.Collana diretta da Gustavo Traversari. Giorgio Bretschneider ed. 1981

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