Sant’Agata di Puglia. Seconda intervista impossibile a don Donato Pagano, fondatore della Casa del Sacro Cuore di Gesù, nel 1924

Incontriamo don Donato alla Fontana Vecchia, mentre si disseta, usando una borraccia militare di una volta, rivestita di un panno di colore verde chiaro.

(Busto di don DonatoPagano, Casa del Sacro Cuore)

Don Donato, buongiorno. La rivedo con piacere. Come mai alla Fontana Vecchia ?

Per me la Fontana Vecchia è un luogo indimenticabile. Prima che arrivasse l’acqua a Sant’Agata, sul finire degli anni Venti del Novecento, essa era l’unica fonte di approvvigionamento di acqua per il nostro paese. Ora di acqua ne usiamo anche 5 litri per lavarci i denti. Una volta si comprava a litri dall’acquaiola. Per carità, i tempi cambiano. Siamo Passati da un eccesso all’opposto.

L’ultima volta che si siamo visti le ho promesso di dirle chi è Dio per me. Possiamo parlarne, monsignore ?

Certamente e con molto piacere. Anche perché il Catechismo di Pio X è solo un ricordo e le discussioni anche all’interno della Chiesa cattolica non mancano

Posso partire dal pensiero di Ulpiano, vissuto tra il 170 e il 228 dopo Cristo ?

Certamente. Lo conosco. Scrisse che non bisogna arrecare danno ad altri, bisogna vivere onestamente e bisogna dare ad ognuno il suo. Sono buone regole di una “religione civile”, che devono essere integrate dagli insegnamenti di Gesù Cristo, mandato a morte sotto l’Impero romano

Sono d’accordo, monsignore. Tuttavia mi preoccupa vedere le chiese semivuote. Cosa non funziona nella predicazione e nell’azione del clero e delle gerarchie ecclesiastiche del XXI secolo ?

Chi sono io per giudicare ? Come dice Papa Bergoglio. Tuttavia non mi sottraggo ad una riflessione utile per capire e non certo per dare luogo ad una sterile e dannosa polemica.

Mi dica, don Donato. Lei che rimproverava chi chiacchierava durante le funzioni religiose, chiamandoli per nome e soprannome

Effettivamente mi è capitato qualche volta di richiamare qualcuno, ma lo facevo quando proprio non riuscivo a fare finta di non sentire. Ciò che mi preoccupa di più è il calo preoccupante di spiritualità che noto nella società moderna, da almeno una trentina di anni a questa parte

Chiarisca il suo pensiero, per favore, monsignore

La parziale mancanza di spiritualità nella società moderna ha portato ad un individualismo e ad un consumismo esasperati. Ha provocato un eccesso di esibizionismo anche nelle manifestazioni di religiosità. Quando vedo esibire il rosario nelle pubbliche manifestazioni politiche, mi rendo conto che siamo di fronte ad una grande strumentalizzazione della religione. Il cattolico Alcide De Gasperi nella sua qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri non si inginocchiò mai davanti al Papa, che è pontefice massimo della Chiesa e Capo di Stato, perché era un sostenitore della laicità dello stato. De Gasperi morì nel 1954. Laicità dello Stato non vuol dire essere “contro” la chiesa, ma rispettarla e pretenderne il rispetto. Sono stato consigliere comunale a Sant’Agata e non ho mai preteso o fatto manifestazioni di servilismo laico o religioso per scopi politici

Entrando in qualche dettaglio, cosa comporta l’eccesso di individualismo e di strumentalizzazione della religione ?

L’eccesso di individualismo porta a invertire il ruolo di chi rappresenta le istituzioni. Invece di essere al servizio della comunità, pretende che la comunità sia al suo servizio.

Monsignore, i cattolici devono “sporcarsi le mani” facendo politica ?

Certamente. Io ho dato l’esempio. I cattolici si devono battere per la giustizia sociale, per la giustizia, per attuare la solidarietà fra ricchi e poveri. Insomma chi siede su uno scranno pubblico deve mettere in atto il primo grande insegnamento di Cristo: “ Ama il prossimo tuo come te stesso” e deve usare una disciplina che non si insegna in nessuna scuola: l’umanità.

Grazie, don Donato. Alla prossima

Grazie a te. Ciao

Carmine Granato

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