Sant’Agata di Puglia. Con piacere e ammirazione incontriamo l’Uomo Giovanni Vivere, scalatore e donatore Avis

Giovanni Vivere, classe 1967,santagatese, sposato con Franca Cianfano e papà dell’undicenne Enrico, ciclista scalatore non professionista ancora in sella alla sua inseparabile bicicletta da corsa, donatore AVIS. Lo incontriamo al Bar degli Amici, di Sant’Agata di Puglia, reduce dalla vittoria nella cronoscalata di San Salvatore Telesino, dove ha conquistato il primo posto di categoria valevole per il titolo di campione d’Italia, e scopriamo un atleta ancora integro e asciutto nel fisico. Il merito in larga misura è da attribuire al DNA, ma Giovanni ci mette del suo, allenandosi per tutto l’arco dell’anno, pedalando in strada o con costanti allenamenti in palestra. Sta molto attento a ciò che mangia e a ciò che beve . Ci tiene a precisare che non è seguito da un nutrizionista e non ha neanche un allenatore fisso. Mettendo insieme consigli ed esperienza è ancora un atleta capace di competere a buoni livelli, ma senza strafare e senza chiedere al suo fisico più di quanto esso non possa dargli. Secondo lui, che vive e si allena a Bisaccia e spesso frequenta Sant’Agata di Puglia, il segreto per tenersi in forma e per competere anche con i più giovani è “raggiungere un giusto equilibrio fra allenamento, tecnica, esperienza e forza fisica, Ci tiene a sottolineare che a volte i giovani ciclisti dovrebbero avere più costanza e intensità negli allenamenti, per raggiungere traguardi e vittorie di prestigio. Ci troviamo d’accordo sull’importanza dell’allenamento costante e a entrambi viene in mente il velocista pugliese Pietro Mennea, atleta esemplare che divenne ciò che tutti sappiamo grazie alla costanza e alla profondità degli allenamenti, anche avendo come avversari uomini fisicamente più dotati di lui. Giovanni possiede un diploma professionale quinquennale: triennio a Sant’Agata di Puglia, biennio a Foggia. Ricorda con gratitudine Peppino Lucarelli, che lo accompagnava a disputare le gare. Dopo sei mesi di gare si piazzò al quinto posto a Troia e al secondo posto a Ortanova. Spesso si allenava in compagnia di Diego Del Vento, di Sant’Agata di Puglia. Ha lavorato in FIAT, a Torino è rimasto per due anni alternando scuola e praticantato per corsi di formazione. Poi si è trasferito a Melfi. Ecco perché si intende di materiali e di meccanica della bicicletta. Sostiene anche che a volte le biciclette più costose non si rivelino le più efficienti in corsa. Ci troviamo d’accordo nel condannare l’uso di sostanze dopanti da parte di corridori, che non avevano e non hanno conservato il fisico integro come quello di Giovanni. A domanda risponde – sospirando – che gli è mancato il coraggio di lasciare il lavoro in Fiat per dedicarsi al professionismo. Certamente nessuno ha la certezza che sarebbe diventato un grande campione, ma con il senno e con il fisico che ancora possiede avrebbe potuto raggiungere traguardi di assoluto prestigio. Ricorda con orgoglio un venticinquesimo posto in un campionato nazionale. Tuttavia Giovanni non ha rimpianti ed è felice della vita che ha scelto. Tutti i suoi successi ? Al campionato italiano della passata edizione Giovanni si è piazzato al secondo posto, mentre il primo settembre del 2024 ha vinto il campionato italiano degli scalatori della Federazione Ciclistica Italiana. Per il resto non basterebbe un libro, Guardate la foto delle coppe e medaglie e vi fate un’idea. Attualmente è un atleta del Team“O Metetore” di Sant’Angelo dei Lombardi. Ad maiora semper Giovanni.

Carmine Granato

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