Il patrimonio sacro e artistico della Chiesa di Sant’Andrea è la testimonianza della religiosità e della fede del popolo santagatese
Il patrimonio sacro ed artistico
La chiesa parrocchiale di S. Andrea Apostolo custodisce una serie di arredi di valore storico-artistico, dal coro ligneo alle statue degli altari, agli stessi altari, oltre al prezioso affresco della volta della navata principale e del coro, di cui è autore Enzo Liberti . Il coro, che occupa l’area absidale, è databile stilisticamente al XVII secolo e sembra ammodernato nel XVIII, secondo i nuovi stilemi rococò. Era dotato di lettorino, di salterio, antifonario, Graduale e Martirologio, come attesta il citato Inventario del 1886. Tra gli stalli a mo’ di bracciolo si ripete una figura antropomorfa sempre uguale. Sovrasta gli stalli centrali una grande statua in gesso di S. Andrea Apostolo, di cui non è fatta menzione nell’inventario del 1886 nè negli scritti dell’Agnelli. Questo fa dedurre che sia stata collocata negli anni successivi. La statua del Crocifisso, di altezza naturale, “antica dà secoli, da esperti scultori stimata qual raro lavoro d’arte”, è ritenuta una delle più belle sculture lignee del Subappennino Dauno. La tradizione lo vuole scolpito da un pastorello, ma il pregio dell’esecuzione, l’intensa e solenne espressività del Cristo agonizzante ci riportano ad un autore di rilevante statura artistica. Sotto la croce era la data 1682, data che forse ricordava “l’anno in cui fu situato quell’eccellente lavoro del Cristo spirante”. Per la sua qualità si può inserire a buona ragione nella raffinata statuaria lignea napoletana della seconda metà del ‘600. Nel XIX secolo ai piedi della croce si volle collocare una statua della Vergine Addolorata (m.1,25), fatta scolpire a Napoli a devozione di Maria Donata Berardo, cui si aggiunse successivamente la statua di S. Giovanni Battista . A Napoli, nel 1741, fu fatta scolpire la statua lignea della Madonna di Costantinopoli , che costò 37 ducati, cui si aggiunsero altri 58 ducati per il trasporto della statua, per l’abbellimento e il restauro della vecchia cappella. La Vergine ha il Bambino sul braccio sinistro, ed entrambi sono dotati di una corona di rame Cipro, come da Inventario del 1886, già citato. L’avere scoperto che la statua è stata commissionata a Napoli e pagata nel 1741 ci permette d’inserirla, data l’alta qualità, tra le opere eseguite nella bottega del famoso artista Giacomo Colombo, nato nel 1663 e operoso fino al 1731. La statua della Madonna dellfAiuto o Maria Ausiliatrice fu scolpita un secolo dopo, nel 1874, dallo scultore Luigi Avallone di Napoli, su committenza del parroco don Raffaele Anzano, e costò trecentosessanta lire. La statua è di buona fattura e rivela la mano di un artista di qualità, il succitato Luigi Avallone di Napoli che la esegue nel 1874. Sulla porta d’ingresso della sacrestia dalla parte del coro, è collocato un quadro raffigurante la Madonna del Rosario: il Bambino porge la corona del rosario a S. Caterina, la Vergine porge un libro a S. Domenico che ha in mano una corona del rosario. A solennizzare ed arricchire la spiritualità della Chiesa di Sant’Andrea ha contribuito il lavoro di Enzo Liberti, che, qualche anno dopo avere finito di affrescare la volta della Chiesa, ristrutturerà e dipingerà a encausto la Cripta della Chiesa di San Nicola, a Sant’Agata. Il compianto Enzo Liberti fu artista di fama internazionale, che proprio in S. Andrea di Sant’Agata di Puglia ha firmato una delle sue prime importanti opere d’arte della sua lunga carriera, l’affresco della volta del coro e della navata principale (1942-1945, durante la seconda guerra mondiale). In esso sono rappresentate scene dell’Antico e Nuovo Testamento. S. Andrea Apostolo, titolare della chiesa, fu discepolo di Cristo. Notevole è la scena grande e magnifica del Trionfo dell’Eucaristia. Si conservano, inoltre, in questa chiesa due altari del ‘600, provenienti dalla chiesa del convento di S. Carlo dei francescani riformati abbattuto nel 1963. Uno è quello della Madonna dell’Aiuto, che era dell’Immacolata nella chiesa di S. Carlo, di cui conserva il monogramma, l’altro è quello della Madonna di Costantinopoli che era l’altare di S. Pasquale della stessa chiesa. Furono salvati dalla distruzione e trasportati a dorso di mulo dal devoto Nicola Donofrio e dall’artista Enzo Liberti. Entrambi gli altari sono in pietra locale rossa, simile al marmo, la pietra del Calaggio. In questa occasione furono tolti gli altari originali. Nicchia ed altare della Madonna dell1Aiuto sono stati restaurati a spese dell’omonima confraternita nel 1955. Il 16 marzo 1961 veniva collocato presso il muro che separa le due navate un battistero in marmo a devozione di Domenico Caruso fu Michelangelo. Esso sostituiva l’antico battistero di legno, sormontato da un quadro in legno “molto ben lavorato” con l’immagine di San Giovanni Battista in atto di battezzare Cristo. Sulla parete destra, appena si entra, è incastonata nel muro un’antica acquasantiera in pietra . Sul campanile, cui si accede dall’interno della chiesa attraverso una porta a sinistra della porta d’ingresso, sono collocate due campane, una piccola ed una grande. I piani delle celle campanarie si raggiungono attraverso una scala di legno. Il suono della campana piccola, dolce e conciliante, accompagna gli infanti all’ultima dimora. Essa reca la data 1937 e la sua iscrizione ricorda che fu installata quand’era parroco don Paolo Mazzeo. Era stata fusa nel 1924 e rifusa nel 1933 dalla Premiata Fonderia Pasqualino Fumo delle Marche. La campana grande comunica la dipartita di un adulto con la “speratura”, come si dice a Sant’Agata: sette gravi rintocchi se un uomo, otto se una donna. E suona “a morto” per l’accompagnamento funebre. Suona a distesa per feste e processioni, ed annunzia sacre funzioni. Fu preparata nel 1957 dalla ditta Nicola Giustozzi di Trani con l’aiuto finanziario dei fedeli, della confraternita della Madonna dell’Aiuto, quand’era priore Leonardo Colotti e parroco don Antonio Labriola.

(la foto è di Carlo Dalessandro)