In licenza premio dal Purgatorio , dove sconta peccati di natura amministrativa e non solo
Buongiorno dottore, come mai in Piazza a Sant’Agata ?
Buongiorno a te, professore. Hai fatto bene a non pronunciare il mio nome. Preferisco l’anonimato. Mi sento più a mio agio. Sono in permesso natalizio dal Purgatorio, dove sono finito anche per peccati di pessima amministrazione
Augurandole che le pene del Purgatorio finiscano presto, le chiedo senza tanti giri di parole: Detto da un pubblico amministratore di Sant’Agata, cosa significa l’espressione “Fatti i fatti tuoi” oppure “Pensa ai fatti tuoi” oppure “Fatti di casa tua non ne hai ?”
Quelle che mi hai citato sono frasi che si equivalgono e possono essere espresse anche in modo molto più colorato o volgare
Ho evitato di proposito di non scendere a certi livelli francamente insopportabili
Capisco. Tento di dare una risposta in base alla mia breve esperienza amministrativa
Ascolto e prendo buona nota, dottore
Quando sentii dire da un consigliere comunale ad un artigiano che chiedeva come mai un certo lavoro fosse stato affidato ad un artigiano forestiero “Fatti i fatti tuoi”, rimasi zitto.
Approvando ciò che aveva detto il poco cortese consigliere ?
No. Stetti zitto per non mettere in imbarazzo l’artigiano, il consigliere e me stesso
Allora tutto finì a tarallucci e vino bianco ?
Neanche per sogno. Andato via l’artigiano, chiamai il consigliere nel mio studio, mentre l’orologio del Municipio suonava il mezzogiorno. “Eulero”, chiesi al consigliere, “perché hai risposto male al mio amico artigiano ?
Che motivazione ha addotto?
Mi ha detto che i motivi erano due. Prima di tutto si trattava di un “contrapartito”. Infatti l’artigiano votava per un partito avversario al partito che mi aveva eletto sindaco. In secondo luogo “le elezioni le abbiamo vinte noi sia pure per sette voti e quindi facciamo come ci pare per cinque anni. Alla fine sarà il popolo a decidere se confermarci o mandarci a casa”.
E lei ha accettato queste motivazioni, diciamo, superficiali ?
No. Non potevo accettare simili affermazioni, essendo avvocato cassazionista.
Cosa gli ha detto ? Ce lo può dire brevemente ?
Gli ho ricordato che gli amministratori comunali sono simili agli amministratori di condominio. Scriva simili e non uguali, mi raccomando. Nel condominio l’amministratore mette in atto i voleri dei proprietari, a meno che non gli si chieda di violare le leggi o di danneggiare qualcuno.
Quindi ?
Similmente deve accadere per gli amministratori comunali. I “padroni” o “sovrani”, come dice la Costituzione, sono i cittadini. Gli amministratori attuano il loro programma amministrativo, ma sono tenuti a dare ampie spiegazioni a chi risiede in quel comune e paga le tasse, dalle quali derivano i finanziamenti e gli stipendi che il comune paga a dipendenti e amministratori. A cominciare dal sindaco. Chiaro ?
Chiarissimo. Quindi che un consigliere dica “Fatti i fatti tuoi” a chi gli chieda spiegazioni è sbagliato ?
Non è solamente sbagliato, ma è fuori dal mondo. Amministratore non vuol dire “padrone”, ma “ a disposizione” dei cittadini per garantire loro sicurezza, assistenza sanitaria attraverso le autorità preposte, E tanto altro, come imparzialità, rispetto ed educazione almeno formale. Il saluto negato ad un cittadino che si reca in Comune è indice di arroganza e di mancanza di educazione. Il Comune ha questo nome perché è la casa comune di tutti i cittadini, come prescrive la Costituzione. Lo scriva chiaramente sperando che la nostra conversazione capiti sotto gli occhi di tutti gli amministratori d’Italia.
Grazie, dottore, e a presto. Buon anno
Grazie a te, professore. Buon anno nuovo.
