L’opera “La mia Foggia” si trova nella biblioteca del Circolo Operaio di Sant’Agata di Puglia.

“Durante i terribili bombardamenti, che subì la città di Foggia ad opera degli angloamericani sul finire della seconda guerra mondiale, mentre molti non sapevano dove andare, per fortuna la mia famiglia aveva la sua ancora di salvezza, rappresentata dal Comune di Sant’Agata di Puglia. In paese disponevamo di una casa in grado di accoglierci in maniera adeguata. Da quella casa (nella foto), che godeva di un’ottima posizione, quando spuntava il sole era possibile assistere a spettacoli mozzafiato di incomparabile bellezza che facevano incantare chiunque, apportando un po’ di sollievo all’animo appesantito da tante disgrazie. In paese rimanemmo quattro figlie mia madre. Mio padre era tornato immediatamente a Foggia, dove riteneva la sua presenza molto più utile, anche per coordinare l’opera di assistenza e di soccorso alla popolazione sinistrata, non tirandosi mai indietro quando la situazione richiedeva anche un suo impegno diretto in prima persona. Infatti sempre più frequenti erano le volte in cui, nonostante il grado di Ufficiale Superiore che rivestisse e le ferite che portasse sul proprio corpo, di cui parlerò nella parte quinta di questo lavoro, tornava a casa con gli stivali, che io puntualmente aiutavo a sfilare, sporchi di polvere, per essersi prodigato, con grande spirito di abnegazione, accanto agli altri badilanti nell’aiutare i soccorritori a scavare fra le macerie dei caseggiati crollati, per cercare di salvare il maggior numero possibile di persone rimastevi sepolte. A Sant’Agata mi toccò di assistere ad un evento tanto inusitato quanto terribile: in una calda mattina di una bellissima giornata, una di quelle che ti sa e ti può regalare solo il nostro bel meridione,. Avevo soltanto cinque anni e mezzo, mi trovavo a passare davanti ad una Chiesina (probabilmente la chiesetta della Trinità, n.d.r.), quando all’improvviso sentii un grande rombo cupo in alto, alzai la testa e vidi uno spettacolo che grazie a Dio in seguito non si è mai più ripetuto per tutto il resto della mia vita. In uno spicchio di cielo dall’intenso colore azzurro-turchese che stava fra la Chiesina ed il palazzo di fronte, il sole era letteralmente oscurato come da un’eclissi da uno sciame di decine e decine di grossi aerei che passavano in alto. In seguito venni a sapere che Sant’Agata di Puglia si trovava sulla direttiva Battipaglia-Foggia, percorsa da quegli aerei, che avevano la caratteristica di possedere due code, e che volavano tanto bassi che sembrava si potessero toccare. Questo spettacolo funesto con il suo terrificante fragore mi impressionò fortemente e mi lasciò perplesso di fronte ai calorosi applausi alle persone che si trovavano per caso vicino. Uguali applausi vennero riservati anche a quegli autocarri, pieni di entusiasti ragazzi, che andavano ad arruolarsi per raggiungere il fronte di guerra”. (In quell’occasione, la Casa del Sacro Cuore di Gesù, di Sant’Agata di Puglia accolse delle persone, che erano ricoverate nella Casa Maria Grazia Barone, di Foggia. n.d.r.).
P.S. L’opera “La mia Foggia” si trova nella biblioteca del Circolo Operaio di Sant’Agata di Puglia.
