Il clero non deve mai mettersi al servizio del potere civile, perché non deve contribuire ad alimentare divisioni, ma a consolidare il senso di solidarietà e di fratellanza di una comunità
Incontriamo don Donato alla Fontana Vecchia, mentre si disseta, usando una borraccia militare di una volta, rivestita di un panno di colore verde sbiadito.
Don Donato, buongiorno. La rivedo con piacere. Come mai alla Fontana Vecchia ?
Per me la Fontana Vecchia è un luogo indimenticabile. Prima che arrivasse l’acqua a Sant’Agata, sul finire degli anni Venti del Novecento, essa era l’unica fonte di approvvigionamento di acqua per il nostro paese. Per la costruzione della Casa del Sacro Cuore di Gesù ho usato questa preziosa acqua sorgiva. Ora di acqua ne usiamo anche 6 litri per lavarci i denti. Una volta si comprava a litri dall’acquaiola. Per carità, i tempi cambiano, ma un po’ di buonsenso non guasterebbe,.
Possiamo parlare della Chiesa cattolica, monsignore ?
Certamente e con molto piacere. Anche perché il Catechismo di Pio X è solo un ricordo e le discussioni politiche all’interno della Chiesa cattolica non mancano. Il cardinale Matteo Zuppi, di Bologna, non esita a invocare l’attuazione dei principi fondamentali della Costituzione italiana.
Posso partire dal pensiero di Ulpiano, vissuto tra il 170 e il 228 ?
Certamente. Lo conosco. Ulpiano scrisse che non bisogna arrecare danno ad altri, bisogna vivere onestamente e bisogna dare ad ognuno il suo. Sono buone regole di una “religione civile”, che devono essere integrate dagli insegnamenti di Gesù Cristo, mandato a morte sotto l’Impero romano
per volontà di Dio Padre con il fine di salvare l’umanità.
Sono d’accordo, monsignore. Tuttavia mi preoccupa vedere le chiese semivuote e troppa strumentalizzazione della Chiesa per motivi politici . Cosa non funziona nella predicazione e nell’azione del clero e delle gerarchie ecclesiastiche del XXI secolo ?
Chi sono io per giudicare ? Come dice Papa Bergoglio. Tuttavia non mi sottraggo ad una riflessione utile per capire e non certo per dare luogo ad una sterile e dannosa polemica.
Mi dica, don Donato. Lei che rimproverava chi chiacchierava durante le funzioni religiose, chiamandoli per nome e cognome
Effettivamente mi è capitato qualche volta di richiamare qualcuno, ma lo facevo quando proprio non riuscivo a fare finta di non sentire. Ciò che mi preoccupa di più è il calo evidente di spiritualità che noto nella società moderna, da almeno una trentina di anni a questa parte
Chiarisca il suo pensiero, per favore
La crescente mancanza di spiritualità nella società moderna ha portato ad un individualismo e ad un consumismo esasperati. Ha provocato un eccesso di esibizionismo di simboli religiosi. Quando vedo esibire il rosario nelle pubbliche manifestazioni politiche, mi rendo conto che siamo di fronte ad una grande strumentalizzazione della religione. Il cattolico Alcide De Gasperi nella sua qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri non si inginocchiò mai davanti al Papa, che è pontefice massimo della Chiesa e Capo di Stato, perché era un sostenitore della laicità dello stato. De Gasperi morì nel 1954. Laicità dello Stato non vuol dire essere “contro” la chiesa, ma rispettarla e pretenderne il rispetto. Le ricordo che la religione cattolica non è più la religione dello stato italiano dai tempi del governo Craxi. Sono stato consigliere comunale a Sant’Agata e non ho mai preteso o fatto manifestazioni di servilismo laico o religioso per scopi politici.
Entrando in qualche dettaglio, cosa comporta l’eccesso di individualismo e di strumentalizzazione della religione ?
L’eccesso di individualismo porta a invertire il ruolo di chi rappresenta le istituzioni. Invece di essere al servizio della comunità, pretende che la comunità sia al suo servizio. La strumentalizzazione della religione e delle sue celebrazioni per scopi di propaganda politica è da evitare.
Monsignore, i cattolici devono “sporcarsi le mani” facendo politica ?
Certamente. Io ho dato l’esempio. I cattolici e il clero si devono battere per la giustizia sociale, per la giustizia, per attuare la solidarietà fra ricchi e poveri. Insomma chi siede su uno scranno pubblico deve mettere in atto il primo grande insegnamento di Cristo: “ Ama il prossimo tuo come te stesso” e deve usare una disciplina che non si insegna in nessuna scuola: l’umanità. Il clero non deve mai mettersi al servizio del potere civile, perché non deve contribuire a dividere, ma a consolidare il senso di solidarietà e di fratellanza di una comunità
Carmine Granato
